Tina Anselmi partigiana della democrazia: le ACLI di Genova si confrontano

Si è tenuto sabato 26 u.s. l’atteso incontro sulla figura di Tina Anselmi a cui hanno partecipato l’on. Rosy Bindi, il prof. Luca Borzani e Paolo Petracca, dirigente ACLI nazionali. Attraverso tale iniziativa, le ACLI di Ge­nova hanno inteso offrire motivi di riflessione sul ruolo dei cattolici nella Resistenza: da quelle più elaborate e culturalmente attrezzate (scaturite all’interno delle esperienze associative di AC e FUCI) ai coinvolgimenti più semplici e spontanei, che, per esempio, videro coraggiosi protagonisti il popolo e i parroci.

Dopo un breve saluto del presidente provinciale Andrea Bagnasco e l’introduzione di Raffaele Gazzari, il di­battito è entrato nel vivo, con gli interventi dei diversi relatori che hanno esaltato la figura della politica ve­neta e dell’eredità politica e valoriale soprattutto alla luce del periodo storico che in particolare l’Europa sta vivendo.

I relatori hanno rilevato, ognuno in ragione delle proprie competenze e della propria estrazione culturale, come le radici del pensiero di Tina Anselmi ancora oggi possiedano la stessa carica etica di allora, non solo per l’area cattolica, cui storicamente la Anselmi ha sempre fatto riferimento, ma per tutte le persone che hanno a cuore la pace e la giustizia tra le nazioni.

In particolare, Borzani ha evidenziato come la memoria della Resistenza sia rimasta tendenzialmente circo­scritta ai fatti di eroismo e martirio da celebrare, e abbia conservato molto meno i fondamenti, cioè quell’autorevolezza morale volta ad orientarsi al dopo e a strutturarsi come impegno civile per la costru­zione di una democrazia stabile. Ne è derivato un “riduzionismo” del ruolo dei cattolici nella Resistenza, non solo per effetto della prevalente egemonia comunista, ma, paradossalmente, per responsabilità degli stessi cattolici, i quali hanno finito per trascurare proprio quello che era stato – e poteva ancora essere – il loro apporto più potente: il patrimonio di valori – civili, sociali, educativi – che trovò nel Codice di Cichero di Aldo Gastaldi “Bisagno” il suo manifesto fondamentale.

Per Rosy Bindi, Tina Anselmi ha rappresentato la personificazione di tali fondamenti, grazie alla sua for­mazione acquisita a partire dall’Azione Cattolica parrocchiale e poi affinata per mezzo del suo lungo impe­gno per il popolo e con il popolo della sua terra d’origine (prima come sindacalista, poi come militante di base della DC, poi come parlamentare e ministro, prima del lavoro e poi della sanità, in quella che fu forse la stagione più feconda per la realizzazione delle riforme attuative della Costituzione repubblicana). È pro­prio in ragione di questa sua profonda forza morale se ancora oggi Tina Anselmi si presenta al nostro sguardo come una luce per guidare le coscienza e, speriamo, le scelte”. Probabilmente, l’incapacità del si­stema politico di cogliere l’importanza del lavoro della Anselmi come presidente della commissione sulla P2 (incarico con il quale intese riorientare l’azione politica, compromessa dalla corruzione, verso i principi costi­tuzionali), impedì al Paese di darsi il primo Presidente della Repubblica donna della storia d’Italia.

L’incontro organizzato dalle ACLI genovesi ha voluto essere il primo passo verso una nuova fase dell’Associazione che intende proporsi come soggetto attivo per valorizzare il confronto ed il dialogo fra le diverse forze politiche cittadine nell’ottica di contribuire ad esaltare i valori aggiunti, utili a costituire un ponte tra il mondo del lavoro, da sempre oggetto delle attività dell’Associazione e la società civile.

 

Angelo Nelli – Gianlino Gazzari

 

 

 

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